Paolo Borchia e Matt Schlapp
Paolo Borchia e Matt Schlapp

Bruxelles, 2 marzo 2020 – Un momento per spiegare la politica italiana ed europea della Lega di Matteo Salvini, con l’attenzione dovuta agli sviluppi di quanto accaduto nel nostro paese per gli effetti del Coronavirus. Questa la mission americana dell’eurodeputato Paolo Borchia, coordinatore di Lega nel Mondo, rientrato in queste ore da Washington dove si è svolto il Cpac, Conservative Political Action Conference, l’annuale convention delle destre identitarie.

“Rappresentare la Lega al Cpac di Washington ed essere al tempo stesso l’unico politico italiano presente è stato un grande onore ma anche una responsabilità” ha spiegato Borchia. “E’ stato un evento come negli anni scorsi molto partecipato, che ha visto la presenza di figure di primo piano della politica americana ed europea, da Donald Trump a Nigel Farage. Una grande opportunità” prosegue Borchia” per presentare senza filtri e luoghi comuni che spesso ritroviamo nella stampa estera l’azione della Lega, in un momento storico in cui la Lega è il primo partito a livello nazionale e per questo attira attenzioni a livello globale”.

Diversi i panel informativi e i momenti mediatici a cui ha preso parte l’eurodeputato veronese: “Porto a casa il forte interesse verso la Lega e Matteo Salvini da parte di tutti gli interlocutori con cui ho dialogato” continua Borchia “i due punti di maggiori approfondimenti sono stati la flat tax, non a caso il tema tasse è da sempre molto sentito negli ambienti conservatori, ma anche la gestione del fenomeno dell’immigrazione, tornata emergenza per l’Italia dopo il cambio di governo”.

Tra i momenti più significativi della missione americana di Borchia i contatti intrapresi con Eduardo Bolsonaro, figlio del presidente brasiliano, e la presenza agli interventi durante la convention del vicepresidente americano Mike Pence e del Segretario di Stato statunitense Mike Pompeo.

“Un appuntamento di prestigio servito anche per potenziare i contatti della Lega oltreoceano ed avere confronti con i rappresentanti della comunità italiana residente nel Distretto di Columbia e in particolare nella capitale Washington” ha concluso Borchia.