“Il governo italiano ha perso l’occasione di sfruttare il meccanismo europeo di protezione civile. Non bastasse lo scarso peso specifico del governo italiano in Europa, anche la questione rimpatri fa emergere l’inefficienza dell’esecutivo”.

L’attacco è di Paolo Borchia, eurodeputato e coordinatore di Lega nel Mondo, da settimane operativo nell’attività diplomatica sul tema del ritorno a casa di tanti nostri connazionali ancora bloccati all’estero a causa dell’emergenza coronavirus.

“I dati diramati dalla Commissione Europea lasciano allibiti: 28.031 cittadini tedeschi in queste settimane sono stati rimpatriati da paesi terzi grazie al Meccanismo di protezione civile europea (UCPM), mentre i cittadini italiani che hanno beneficiato di un volo cofinanziato dall’Unione sono stati solamente 860. Una evidente disparità, confermata dal fatto che dei 216 voli operati dall’Europa all’interno del meccanismo, solo uno ha interessato l’Italia”.

A creare l’ennesimo clamoroso esempio di disuguaglianza è stato l’esecutivo italiano. Spiega ancora Borchia: “Il regolamento dell’UCPM prevede che i governi nazionali debbano presentare le domande per i rimpatri, ma i numeri dimostrano che quello italiano non ha preso minimamente in considerazione questa opportunità, lasciando gravare i costi dei rientri sulle tasche dei nostri connazionali, che per tornare a casa da situazioni anche potenzialmente rischiose hanno dovuto sborsare di tasca propria. Solo ieri, sono riusciti a rientrare dalla Repubblica Dominicana alcuni connazionali, pagando mille euro per il viaggio di ritorno, mentre la Germania ne ha rimpatriati oltre 500 il mese scorso, usando il cofinanziamento UCPM. Ma ci sono molti altri casi limite tuttora irrisolti sui quali stiamo lavorando come Lega nel Mondo, ad esempio in Marocco”.

“L’atteggiamento del governo italiano – conclude Borchia – sui rimpatri come su altri temi europei è del tutto inaccettabile. Non sfruttare gli strumenti messi a disposizione dall’Ue per aiutare connazionali in difficoltà è squalificante. Gli italiani sono contributori netti dell’Unione, assurdo non sfruttare gli strumenti a disposizione”.