Bruxelles, 27/09/2019 – “Il diritto dell’Unione europea vieta ai professionisti di ricorrere a pratiche commerciali che risultino ingannevoli per i consumatori”. Ad affermarlo è la Commissione europea in risposta all’interrogazione presentata dall’eurodeputato e membro della commissione Trasporti Paolo Borchia – assieme ai colleghi Campomenosi, Casanova e Vuolo – sulla verifica della presunta alterazione, da parte della compagnia aerea Ryanair, della sigla del Boeing 737 Max, l’aereo coinvolto nei due tragici incidenti avvenuti in Indonesia e in Etiopia nei mesi scorsi. “Il contraente del trasporto aereo – si legge nella lettera di risposta della Commissione – deve comunicare ai passeggeri l’identità del vettore effettivo”. Secondo alcune fonti di stampa la compagnia irlandese avrebbe alterato il nome sulla fiancata del velivolo, per non allarmare i passeggeri e, nonostante la sospensione della circolazione in tutto il mondo, avrebbe ordinato 135 unità dello stesso tipo. “I passeggeri – prosegue Borchia – hanno il diritto sacrosanto di sapere se l’aereo sul quale viaggiano è dello stesso tipo dei due schiantatisi negli scorsi mesi”. Se le fonti della stampa trovassero fondamento giuridico, considerando che le indagini sono ancora in corso, “reputerei grave il comportamento della compagnia aerea” sottolinea l’eurodeputato. E conclude: “Con la sicurezza non si scherza”.